martedì 12 maggio 2015

Game over




Il telefonino sta piano piano uccidendo il videogioco. Mi spiace ma è così. Lo odio, il telefonino, perchè non sai mai dove tenerlo, in tasca da fastidio, è duro, devi sempre guardare se t’hanno chiamato, non puoi dire che non c’eri, e poi ti fa venire il tumore. Sta cosa del tumore però valeva per i modelli di qualche anno fa. Adesso non ne parla più nessuno, del fatto del tumore, dev’essere perchè i nuovi modelli non sono più pericolosi, sì, dev’essere così. Altrimenti avrebbero fermato le vendite, non vi pare? 

In più adesso odio il telefonino perchè sta uccidendo il videogioco, arte sottovalutata che amo da sempre.
È andata così.
Una volta c’erano i videogiochi. E facevano cagare. Erano delle schermate nere con qualche quadrettino colorato che si spostava e dei rumori tipo scherzo di carnevale. 
Poi arrivò il Commodore 64 e tutti iniziarono a passare le ore davanti allo schermo che cambiava colore rischiando crisi epilettiche aspettando che si caricasse la cassetta.
Poi fu la luce. Il Sega Master System si stagliò a levante come il monolite di 2001 Odissea nello spazio, orizzontale però, e tutti iniziarono a pestare per terra con femori e scapole urlando all’impazzata. Una nuova era. L’alba del videogioco. 
Per anni e anni i giochi si sono susseguiti uno meglio dell’altro, in qualche caso l’altro restava meglio dell’uno, devo dirlo per correttezza, e tutti i ragazzini hanno ammaccato i loro polpastrelli sui pad e si sono pinzati la pelle delle mani con le leve dei joystick. I mouse si sa, non procurano nessun tipo di lesione. 
Un giorno però, dopo che la gloria delle consolle giapponesi era ormai scomparsa da tempo insieme al Sega Mega Drive, e il monopolio di nicchia era rimasto per anni nelle mani di Amiga e Pc, dando alla luce capolavori ineguagliabili, e anche qualche schifezza inguardabile, un secondo monolite sì profilò all’orizzonte. Grigio, questa volta. Altri femori e altre scapole furono fracassate in terra. L’alba dell'ultima era.  
L’ascesa della più incisiva e totale tra le console della storia fu inarrestabile. La Play Station entrò in tutte le case, una scatoletta leggerina con uno sporlellino che faceva ridere, e, a parte all’inizio, economica. 
Niente fu come prima. 
Montagne di soldi iniziarono a crescere e le tasche si riempirono. Allora si fecero tasche sempre più grandi per montagne sempre più alte. 
I giochi, piano piano, senza che nessuno se ne accorgesse iniziarono a diventare di più e più facili. Sempre di più, sempre più facili e sempre più uguali. Quando finalmente il monolite divenne verticale(opzionale) e nero, fatto come dio comanda, non ci fu più niente da fare. Le tasche divennero elastiche, così da potersi allargare a piacimento e in modo naturale, che cambiarle sempre era una rottura di palle, e le montagne sempre più alte. 
In cambio però, il monolite nero e verticale(opzionale) diede anche tanta di quelle potenza da permette ad alcuni eroi di concepire giochi immensi e innovativi. Per un istante il mondo rimase così estasiato di fronte a una botte talmente piena e una moglie talmente ubriaca, che corse a comperare un telefonino. E da quel momento il mondo dei video giocatori fu come morto.
Il telefonino, subdolo, si infilò pian piano dentro le vite, vibrante e lampeggiante, preparando il terreno per la resa dei conti finale. Modificò il linguaggio. Modificò le scuse per i ritardi. Modificò i metodi d’approccio. Modificò l’ansia dei genitori. E diventò indispensabile. 
Intanto il dominio monolitico Sony venne spaccato da un altro monolite, tendente al bianco-verde. I giochi raddoppiarono, e così le tasche da riempire e le montagne di soldi da alzare. Raddoppiò anche la facilità dei giochi, nel tentativo di racimolare anche l’ultima possibile categoria di fruitori: i non vedenti. 
Poi, la fine. Lo smartphone. Gli smartphone iniziarono a luccicare, lucidi, piatti, sottili. I telefonini diventarono di colpo talmente brutti e poco alla moda che si ruppero o gli si esaurì la batteria. All’inizio tutti gli smartphone mostravano sullo schermo piatto ad alta definizione solo una spirale bianca e nera in rotazione. Dopo iniziò la pioggia. Dal cielo caddero milioni di giochini idioti e talmente senza senso che anche cani e gatti vollero uno smartphone per provarli con le loro zampe. Continuarono a cadere, ininterrottamente, e, colpo di grazia, gratis, oppure a 0,99. 
Come mosconi che si sollevano dagli escrementi al passaggio, tutti i videogiocatori volarono via, sotto la pioggia, tenendo i loro smartpohone come secchi, raccogliendo più roba possibile. 
Tutto il resto collassò.  E cari miei, ciao ciao videogame.
    



2 commenti:

  1. Non so se te ne sei accorto ma all'inizio hai scritto hanno incinvece di anno...ne sono certo che hai compiuto un errore di distrazione...non credo che tu faccia un errore da elementare ;)

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