martedì 14 luglio 2015

Recensioni agghiaccianti: come ti affosso il racconto in due righe



Le recensioni negative fanno parte della vita dello scrittore. Lo sanno tutti. Ogni scrittore, dal migliore del mondo al peggiore, sa che le recensioni negative ci saranno sempre, per lui come per gli altri. Nessun problema. E meno male, perchè altrimenti se ci fossero solo recensioni positive sarebbe tutto più noioso.  Nonostante questo però, ogni volta che si riceve una recensione negativa girano le palle. È vero o no? È vero, girano le palle. Bisogna però fare delle distinzioni. Le recensioni negative non sono tutte uguali. Ci sono quelle inutili e che lasciano il tempo che trovano, del tipo: questo libro non mi è piaciuto per niente, lo sconsiglio. Ci sono quelle assurde, del tipo: questo libro di autore esordiente auto pubblicato a 0,99 che parla di mostri-vampiri è molto più scarso di Io sono leggenda, lo sconsiglio. Ci sono quelle pignole/snob/nauseanti, del tipo: l’dea era buona, ma le api non iniziano la loro attività prima del mese di aprile, almeno che non ci sia una primavera molto calda, perciò, visto che si dice in modo chiaro che l’aria era ancora fresca, è impossibile che il giardiniere venga massacrato dalle api assassine in marzo, e tra l’altro un pesticida mutageno del tipo descritto è inverosimile, lo sconsiglio.Poi ci sono anche quelle costruttive, dal quale l’autore può ricavare informazioni utili, del tipo: racconto piacevole, ma troppo prolisso nelle descrizioni, ho fatto fatica a terminarlo, che noia, dovevo schiaffeggiarmi mentre leggevo per non dormire.L’ultima bella recensione negativa che ho ricevuto è per il racconto Montagne di carne. Eccola, consiglio di cliccare sull'immagine per leggerla meglio.


Vi piace? A me sì.
Prima cosa. Non è così negativa come la stelletta da sola può far pensare. Intanto mi son preso un bel complimento, e sì che l’autore sa scrivere. Poi il contenuto accidentalmente obbrobrioso, molto bene, visto che è un effetto voluto, vuol dire che ho centrato l’obbiettivo. Lo consiglio a chi vuol leggere qualcosa di horror senza molto senso, be’, che liberazione, chi cazzo lo vuole il senso? L’importante è leggere roba pazzesca, che cazzo ce ne frega del resto? Ci sono storie che partono da lontano, costruite alla perfezione, dove vengono tessute le trame e tirati tutti i fili e sono ottime storie, e ci sono storie invece che...Bam! Ti sbattono in mezzo a una rissa e ne vieni fuori dopo aver preso qualche calcio nei denti, e possono essere storie altrettanto ottime. Montagne di carne è di questo tipo, più che non avere senso. Non ho trovato nessuna morale ne spessore nella descrizione dei personaggi, Oh, cara la mia Aissela ci hai preso di nuovo, la morale era l’ultima cosa che avevo in mente mentre scrivevo il racconto, e lo spessore dei personaggi anche. Adesso non cercherò di convincervi che lo spessore dei personaggi non serve, o non è positivo. No. Ma serve dove serve, e qui non serve, fidatevi. 
Questa recensione da una stella quindi è piuttosto particolare, in quanto è si molto negativa, ma è anche azzeccata. Dovrei preoccuparmi?
No, perchè c’è di peggio. Vediamo quest’altra, inflitta al racconto Zona Z di Alessandro Girola.


Tralasciamo il fatto che l’opera in questione è molto avvincente e ben scritta, a parer mio e  di molti altri, cosa si può dire? Ognuno dice e fa quello che vuole, ma che senso ha una recensione del genere? Allora è meglio una del tipo inutile (vedi sopra), non fa danno e ottiene lo stesso l’unico risultato a cui deve mirare una recensione negativa, ossia far capire che al recensore il libro ha fatto cagare. Invece questa, dicendo che di fronte alle boiate viste e straviste ci si potrebbe anche tappare il naso ma al cospetto di errori grammaticali gravissimi e al fatto che l’autore non conosca l’italiano proprio no, mi pare che oltrepassi lo scopo che dovrebbe avere una recensione. Vi giuro, non mi sono accorto, ma se mi fossi accorto mentre leggevo del “un eco” anzichè “una eco”, avrei immediatamente smesso di leggere e avrei buttato il Kindle nel cesso. Probabilmente avrei smesso di leggere in assoluto, nella vita, traumatizzato. D’ora in poi starò più attento.
Di sicuro non rispetta le mie famosissime linee guida
La ciliegina: la tipa s’è fatta rimborsare i quasi due euro. Pazzesco.

Vediamone un’altra, di un autore leggermente più famoso. Si scorge il titolo scritto in piccolino.


Questa mi dà speranza, perchè vuol dire che c’è proprio in giro un po’ di tutto. Se spesso ci si lamenta della pochezza degli autori minori, c’è anche chi la pochezza a quanto pare la vorrebbe. 
Ma torniamo ai meno famosi. Ecco questa perla sul racconto Osmiza: orrore sul Carso.


Bella vero? Sono di questa opinione: se uno vuole dare libero sfogo al proprio delirio con una recensione può farlo, ma lo faccia dando una valutazione in stellette intermedia, tre, tanto per non incidere troppo. Perchè una stella? Qualcuno è in grado di interpretarla? A un ottimo racconto di un autore esordiente poi...Si prega di notare che ben tre persone hanno ritenuto utile questa delizia.
Quindi? Conclusioni? Nessuna conclusione, solo che il modo è bello perchè è vario.

3 commenti:

  1. Gli autori potrebbero sempre "premiare" i recensori "buoni" (anche, eventualmente, in presenza di recensioni non positive) con un +1 su Amazon in modo tale che si possa valutare, dalla classifica recensori, se si ha a che fare con un recensore "affidabile". In questo modo le recensioni "agghiaccianti" perderebbero di valore.
    Sicuramente non si tratta di un metodo perfetto (probabilmente sarà pure manipolabile) ma, in qualche caso, potrebbe fare la differenza ("everything counts in large amounts", così, per sputare una citazione musicale al volo).
    Evito appositamente di leggere la recensione sull'Osmiza perchè è il racconto che ho attualmente in canna sul reader.

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    1. Il sistema valutazione recensioni di Amazon è un po' farraginoso. Di sicuro potrebbero fare di meglio.
      Guarda, la recensione di Osmiza non leggerla, ma se anche lo facessi non comprometterebbe la lettura, visto che è una recensione a dir poco criptica.

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  2. Ho scoperto ora il tuo blog, arrivandoci da Penna Blu. è interessante e lo seguirò con piacere. Credo che le recensioni siano troppo soggettive per risultare attendibili. Anche io ne scrivo parecchie, e non sempre politically-correct. Mi rendo conto però che i miei processi interpretativi individuali influenzano la percezione di un'opera: leggo sempre le opinioni dei lettori, che mi servono per orientarmi nel mare di romanzi che trovo online, ma non sempre resto soddisfatta. Ho scritto un post al riguardo proprio pochi giorni fa.

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